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Russia, Toloka lavora con il Cremlino per la videosorveglianza di massa

Secondo “Der Spiegel” e “Zdf”, Toloka contribuisce alla videosorveglianza di massa in Russia, violando le sanzioni UE contro NTechLab, produttore del software di riconoscimento facciale.

Credit © Alex Knight

Recenti indagini condotte dal settimanale tedesco Der Spiegel e dall’emittente televisiva ZDF, in collaborazione con l’Ufficio per il giornalismo d’inchiesta (Tbij) e “Follow the money”, hanno portato alla luce il ruolo della società europea Toloka nella videosorveglianza di massa in Russia. Queste rivelazioni sollevano preoccupazioni riguardo alla violazione delle sanzioni imposte dall’Unione Europea.

Toloka, con sedi nei Paesi Bassi e in Svizzera, è stata identificata come un attore chiave nel processo di riconoscimento facciale in Russia, grazie alla sua piattaforma utilizzata per caricare e gestire le immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza sparse nel paese. Questa attività ha reso il software di riconoscimento facciale prodotto da NTechLab, una società russa sanzionata dall’UE dal luglio 2023, “ancor più efficace”.

Nonostante le sanzioni, NTechLab ha continuato a operare utilizzando la piattaforma di Toloka, che a sua volta è una filiale di Yandex, il gigante tecnologico russo. Fonti diplomatiche dell’UE hanno indicato che ciò rappresenta una violazione delle sanzioni imposte contro NTechLab. Interrogata in merito, la direzione di Toloka ha negato qualsiasi fornitura di servizi o ricezione di pagamenti da NTechLab. Tuttavia, emerge che NTechLab aveva un contratto con Toloka Ru Llc, una società russa di proprietà di un’entità olandese, su cui Toloka non ha fornito commenti.

Questo scenario si inserisce in un contesto più ampio in cui la Russia sta cercando di potenziare le sue capacità di riconoscimento facciale. Con un investimento di oltre 48 milioni di euro per il 2024, il governo russo mira a implementare un sistema avanzato per la raccolta, l’archiviazione e la ricerca di materiale video su scala nazionale. Questo sistema, finanziato dal ministero per lo Sviluppo digitale di Mosca e dal Cremlino, sarà gestito dall’agenzia Glavnivts, che ha legami diretti con la presidenza russa e gestisce anche reti di disinformazione.

Le implicazioni di queste rivelazioni sono significative, poiché sollevano questioni riguardanti non solo la privacy e i diritti umani in Russia, ma anche l’efficacia e l’osservanza delle sanzioni internazionali. La partecipazione di società europee come Toloka in queste attività mette in luce la complessità delle relazioni commerciali e tecnologiche in un contesto geopolitico teso.

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