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Ammiraglio Cavo Dragone, servono almeno 10mila soldati in più: “Li chiederò fino a quando non mi cacciano”

L’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone sottolinea la necessità di aumentare le forze armate italiane di almeno 10mila uomini per affrontare le crescenti minacce alla sicurezza globale.

Credit © Ministero della Difesa

In un contesto geopolitico sempre più complesso e minaccioso, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore, ha lanciato un appello urgente per un significativo aumento delle forze armate italiane. Durante un’audizione informale presso le commissioni Difesa e Esteri di Camera e Senato, Cavo Dragone ha evidenziato la necessità di incrementare il numero dei militari di almeno 10mila unità. Questa richiesta si inserisce in un quadro di crescenti tensioni internazionali, con particolare riferimento alle “Aree Ibride” e ai punti di attrito con la Russia e i suoi alleati.

L’ammiraglio ha messo in luce come lo scenario globale sia già fortemente compromesso e come le sfide future possano complicarsi ulteriormente, con conseguenze imprevedibili per la sicurezza internazionale. In questo contesto, la Nato viene considerata l’unico vero scudo a difesa della libertà e della democrazia. Per affrontare efficacemente queste sfide, secondo Cavo Dragone, è indispensabile rafforzare le forze armate italiane, “Se penso alla situazione mi metto le mani nei capelli”. Abbiamo bisogno di uomini. Siamo assolutamente sottodimensionati”.

La richiesta di un aumento di almeno 10mila uomini mira a portare il totale delle forze armate a una quota di 170mila unità, cifra che, secondo il Capo di Stato Maggiore, rappresenterebbe comunque “il limite della sopravvivenza”. L’insufficienza di personale è stata presentata come una criticità che limita la capacità dell’Italia di contribuire efficacemente alla stabilità internazionale.

“Se salissimo a 170mila saremo al limite della sopravvivenza. Per affrontare l’impegno geostrategico richiesto dalle autorità politiche interne e dalle alleanze internazionali, le forze armate hanno bisogno di almeno diecimila uomini in più.”

Parlando poi della crisi in Ucraina, l’Ammiraglio Capo di Stato Maggiore ha sottolineato che “Un sano esercizio di realismo ci deve portare a considerare la Nato come il solo e vero scudo di cui disponiamo per difendere la libertà e la democrazia. Il fianco est dell’Alleanza è una priorità e la prima lezione da trarre dalla guerra in Ucraina è che la difesa della libertà è doverosa, necessaria e riguarda tutti. C’è un Paese che combatte per la sua e per la nostra libertà di poter scegliere il proprio futuro”

Nel suo intervento, Cavo Dragone ha anche accennato alla nuova missione nel Mar Rosso, denominata “Aspides”, sottolineando l’importanza di un impegno concreto e di un rafforzamento delle capacità militari per far fronte alle sfide attuali e future. L’appello dell’ammiraglio riflette la consapevolezza della necessità di un sano esercizio di realismo nelle politiche di difesa e sicurezza, in un’epoca caratterizzata da incertezze e minacce in continua evoluzione.

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